martedì 8 marzo 2016

«Se in un ristorante ti servono 18 piatti, e fra questi nessuno di pasta, tutto il resto è un antipasto» (Alessandro Negrini)

Forse non finirà negli annali delle frasi celebri, ex aequo con gli aforismi di Oscar Wilde, ma di certo ha fatto il giro del web e in qualche modo ha svelato una verità nascosta in fondo al cuore, quello degli italiani certamente: «Se in un ristorante ti servono 18 piatti, e fra questi nessuno di pasta, tutto il resto è un antipasto». Più o meno così Alessandro Negrini, l’eresiarca che a proposito di libertà, si prende quella di servire pasta non scotta, ma stracotta, spalancando la porta dell’errore accidentale e portandolo alle estreme conseguenze, come fa un curioso cronico. Le provocazioni del cuoco di Aimo e Nadia, che divide il posto ai fornelli con Fabio Pisani, in qualche modo sono quelle a fondamento di Identità di Pasta, che quest’anno compie sette anni, ovvero il riconoscimento di un posto sacro occupato dalla pasta non solo nella dieta mediterranea, ma nel patrimonio genetico, nel super-io degli italiani. L’idea, destinata a prevedibile longevità, porta due firme, quelle di Paolo Marchi e di Riccardo Felicetti, eseguita in un settennato di felicità da centinaia di interpreti.

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