domenica 30 luglio 2017

Federico Fellini, citato in Charlotte Chandler, Fellini, 1995

La vita è una combinazione di pasta e magia.
Federico Fellini, citato in Charlotte Chandler, Fellini, 1995

I film sono la magia, la pasta la realtà. O è il contrario? Non sono mai stato molto bravo a distinguere tra ciò che è reale e ciò che non lo è.
Federico Fellini, citato in Charlotte Chandler, Fellini, 1995

Marco Lodoli, Domenico e gli gnocchi del Pigneto


«Ridi ridi, che mamma ha fatto i gnocchi»: così, ancora oggi, ci si rivolge ai bambini invasi da una gioia tanto irrefrenabile quanto incomprensibile. L'unico motivo per spiegare quella felicità potrebbe essere un bel piatto di gnocchi, ergo - come dicevano i sillogisti in vena di sofismi - gli gnocchi sono il massimo bene possibile.


Marco Lodoli, Domenico e gli gnocchi del Pigneto, su la Repubblica, 2012

Talmud, II-V sec.

La pace è per il mondo quello che il lievito è per la pasta.


Talmud, II-V sec.

Pellegrino Artusi, La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene, 1891

Se è vero, come dice Alessandro Dumas padre, che gli Inglesi non vivono che di roast-beef e di budino; gli olandesi di carne cotta in forno, di patate e di formaggio; i Tedeschi di sauer-kraut e di lardone affumicato; gli Spagnuoli di ceci, di cioccolata e di lardone rancido; gl'ltaliani di maccheroni, non ci sarà da fare le meraviglie se io ritorno spesso e volentieri sopra ai medesimi, anche perché mi sono sempre piaciuti; anzi poco mancò che per essi non mi acquistassi il bel titolo di Mangia maccheroni.


Pellegrino Artusi, La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene, 1891

Giovanni Boccaccio, Decameron, ca. 1353


In una contrada che si chiamava Bengodi, [...] eravi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa facevan che far maccheroni e ravioli e cuocergli in brodo di capponi, e poi gli gittavan quindi giù, e chi più ne pigliava più se n'aveva.


Giovanni Boccaccio, Decameron, ca. 1353

Aldo Fabrizi, Er mortorio, La pastasciutta, 1971


Appresso ar mio num vojo visi affritti, / e pe’ fa’ ride pure a ‘st’occasione / farò un mortorio con consumazione… / in modo che chi venga n’approfitti. / Pe’ incenso, vojo odore de soffritti, / ‘gni cannela dev’esse un cannellone, / li nastri – sfoje all’ovo e le corone / fatte de fiori de cocuzza fritti. Li cuscini timballi de lasagne, / da offrì ar momento de la sepportura / a tutti quelli che “sapranno” piagne. / E su la tomba mia, tutta la gente / ce leggerà ‘sta sola dicitura: / "Tolto da questo mondo troppo al dente”.


[Dietro al mio non voglio visi afflitti / e per far ridere pure in quest'occasione / farò un funerale con consumazione... / in modo che chi venga ne approfitti. / Per incenso, voglio odore di soffritti, / ogni candela dev'essere un cannellone, / i nastri – sfoglie all'uovo e le corone / fatte di fiori di zucca fritti. I cuscini timballi di lasagne, / da offrire al momento della sepoltura / a tutti quelli che “sapranno” piangere. / E sulla tomba mia, tutta la gente / ci leggerà questa sola dicitura: / "Tolto da questo mondo troppo al dente”].


Aldo Fabrizi, Er mortorio, La pastasciutta, 1971 [Traduzione in italiano a cura di Aforismario]

Giuseppe Prezzolini, Maccheroni e C., 1957

La parola pasta risale dal greco pastè; ed è semplicemente incredibile ritrovarla conservata così intatta dopo dei secoli, sicché quando oggi chiediamo al cameriere che ci porti un piatto di paste asciutte parliamo all'incirca come gli ateniesi di duemila e cinquecento anni fa.


Giuseppe Prezzolini, Maccheroni e C., 1957 [2]

William Somerset Maugham, Ashenden, 1928


Mi piacciono tutte le cose semplici, uova sode, ostriche e caviale, truite au bleu, salmone ai ferri, agnello arrosto (la sella, preferibilmente), fagiano freddo, torta di melassa, budino di riso. Ma di tutte le cose semplici la sola che posso mangiare ogni giorno, non solo senza noia ma con l'avidità di un appetito inalterato dall'eccesso, è la pastasciutta.


William Somerset Maugham, Ashenden, 1928

Manifesto della cucina futurista, 1930


Crediamo anzitutto necessaria l'abolizione della pastasciutta, assurda religione gastronomica italiana. Forse gioveranno agli inglesi lo stoccafisso, il roast-beef e il budino, agli olandesi la carne cotta col formaggio, ai tedeschi il sauer-kraut, il lardone affumicato e il cotechino; ma agli italiani la pastasciutta non giova.


Filippo Tommaso Marinetti, Manifesto della cucina futurista, 1930