Insetti
«Mangerò gli insetti se saranno buoni davvero. L’etica e la sostenibilità, spacciate da chi ha fiutato l’affare della nuova moda alimentare, non bastano a convincermi. E’ sufficiente consumare più verdura, inserire i legumi nella ristorazione e nell’alimentazione quotidiana e scegliere con moderazione la carne di produzione artigianale e pulita, dal campo al bancone del macellaio, per essere in equilibrio col pianeta e il metabolismo. Mangerò gli insetti se sono allevati senza l’utilizzo di integratori, farmaci e conservanti, così come faccio per verdura, carne, pesce e cereali. Mangerò gli insetti se non saranno prodotti industrialmente ma raccolti all’aperto, in campi non trattati, dove possono vivere liberi fino al momento della cattura, come faccio regolarmente con uova, polli, conigli e agnelli. Mangerò gli insetti se saranno il frutto del lavoro di un contadino o di un artigiano e non di una fabbrica che impianterà l’ennesimo capannone. Mangerò gli insetti se saranno venduti vivi o macellati senza sofferenze, perché non acquisto cibo precotto o surgelato: perde la metà del sapore. Mangerò gli insetti se non saranno geneticamente modificati, non per fobia antitecnologica, ma perché la manipolazione non ha mai come obiettivo la biodiversità nel sapore. Fino ad allora, per sentirmi in pace col pianeta e soddisfatto nel gusto, mi accontenterò delle proteine di uova, yogurt, lenticchie, mandorle e di una fetta del prosciutto del mio vicino di casa»
[Ferrero, La Stampa].
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